Torna indietro FILIPPIDE O FIDIPPIDE ? Torna alla Home Page

La fonte principale delle nostre informazioni è Erodoto, vissuto approssimativamente dal 484 al 425 a.C., il quale fu autore di una stupenda storia, scritta negli ultimi anni della sua vita, e fu certamente in grado di raccogliere notizie dagli uomini che avevano vissuto il tempo della battaglia di Maratona e che negli anni in cui egli visse dovevano certo essere in età molto avanzata.

E subito, prima di lasciare la città, i generali inviarono a Sparta un messaggero, certo Filippide, ateniese di nascita, e corridore allenato per professione e pratica. Quest'uomo, secondo il racconto da lui fatto agli Ateniesi al suo ritorno, trovatosi nelle vicinanze del Monte Partenio sopra Tegea, s'imbatté nel dio Pan, che gli si rivolse chiamando con il suo nome, e lo esortò a chiedere agli Ateniesi, perché lo trascuravano così palesemente, mentre egli era benevolmente disposto nei loro confronti, e li aveva spesso aiutati nei tempi passati, e lo avrebbe ancora fatto in avvenire. Nell'occasione della quale parliamo, di quando cioè Filippide fu inviato dai generali ateniesi, e, secondo il suo stesso racconto, vide Pan lungo il viaggio, egli raggiunse Sparta nel giorno immediatamente successivo alla partenza dalla città di Atene.

Quattro punti importanti di questo racconto meritano speciale considerazione: il nome del corridore, la sua professione, la distanza percorsa e l'assenza di ulteriori informazioni. Nessun riferimento viene fatto circa il ritorno ad Atene di Filippide, il ricongiungimento con l'armata a Maratona, la sua partecipazione alla battaglia, una ulteriore corsa ad Atene per portare notizie e la celeberrima morte. Tutte queste notizie avrebbero potuto dar vita esattamente al tipo di racconto che Erodoto amava scrivere; perché ignorare tale attraente materiale, se tutto ciò era realmente accaduto? Di sicuro il nostro eroe fece ritorno ad Atene per riferire sull'insuccesso della sua missione, ma questo è tutto quanto possiamo ritenere certo. A proposito della distanza che egli ebbe a percorrere, una fonte successiva parla di 1240 stadi. Uno stadio era la lunghezza della pista di uno stadio e quindi non corrispondeva ad una misura precisa, ma variava da un posto all'altro. Ciò nondimeno essa era generalmente valutata intorno alle 200 yards, il che darebbe una distanza totale di 141 miglia. Se diamo allo stadio il valore di un "furlong" (220 yds.), avremmo una distanza totale di 155 miglia, e certamente non commetteremmo grave errore optando per la cifra tonda di 150 miglia. Sappiamo che un corridore allenato è in grado di coprire questa distanza in 24 ore. Erodoto riferì che il corridore raggiunse Sparta nel giorno immediatamente successivo, il che implica non più di 24 ore. Ma anche interpretando il tempo più elasticamente come entro due giorni di calendario, abbiamo ancora una stupenda prestazione, tenendo conto che il terreno nel Peloponneso è estremamente montagnoso. Inoltre egli ritornò ad Atene presto, se non immediatamente; quindi avrebbe coperto circa 300 miglia in tre o quattro giorni.

Antiche testimonianze tendono a ricordare il nome come Filippide, sebbene vi siano alcuni manoscritti in cui viene riferito come Fidippide. E' più facile spiegare una deformazione dal primo al secondo piuttosto che viceversa, poiché il primo nome, quello da ritenere vero, significa figlio di un amatore di cavalli e qualche testimonianza storica successiva può averlo giudicato non degno di un uomo ritenuto nei secoli uno dei leggendari eroi ateniesi.

Cornelio Nepote, storico e biografo romano del primo secolo a.C., nella sua vita del generale Milziade, al quale va principalmente il merito della vittoria di Maratona, riportò che gli Ateniesi, angustiati da questa guerra così vicina e così grande, nella loro stessa terra, cercarono aiuto soltanto presso i Lacedemoni (Spartani) ed inviarono Filippo, un corridore della nota classe degli emerodromi, a riferire quanto urgente fosse il loro bisogno di aiuto. Gli emerodromi, uomini capaci di correre per un intero giorno (o più a lungo), erano importanti nella vita delle antiche città greche ed ancor più importanti per l'esercito, poiché essi rappresentavano generalmente i mezzi di comunicazione. Ci sono testimonianze circa la loro capacità di percorrere distanze pressoché fantastiche, sebbene non.si possa essere affatto sicuri dei tempi da loro impiegati. V'era comunque chi poteva percorrere 1000 stadi (circa 110

miglia) in 15 ore. Tale prestazione deve essere considerata di tutto rispetto se la si paragona con il tempo di 13:33:06, record americano delle 100 miglia su pista, stabilito da Theudure Corbitt di New York il 25 ottobre 1969. La media, di Corbitt è stata di 8:08 per miglio, mentre per un emerodromo che avesse appunto percorso 110 miglia in 15 ore sarebbe stata all'incirca 8:10 per miglio.

Plinio il Vecchio, scienziato romano del primo secolo, nella sua Storia Naturale menzionò la grande impresa di Fidippide in un paragrafo dedicato alle grandi distanze percorse dagli uomini; parlò di un periodo di due giorni. In confronto, si può osservare che la distanza più lunga percorsa da un essere umano in 24 ore a cavallo, con un cambio costante di cavalli lungo la via, era di 200 miglia romane, circa 180 miglia inglesi.

Infine possiamo fare riferimento alla testimonianza di Pausania, un viaggiatore greco del secondo secolo d.C., che scrisse una Descrizione della Grecia:

Filippide fu inviato presso i Lacedemoni a dire che i Medi erano sbarcati, ma tornò indietro riferendo che i Lacedemoni avevano rimandato la marcia, poiché era loro usanza non avanzare in guerra prima che la luna fosse piena. Ma Filippide disse anche che Pan lo aveva incontrato nei pressi del monte Partenio, e gli aveva detto che augurava fortuna agli Ateniesi e che sarebbe venuto a Maratona a combattere per loro. Così il dio Pan fu onorato per questo messaggio.

Negli autori latini vi sono varie citazioni che riportano Fidippide in luogo di Filippide; negli autori greci, l'interpretazione accettata è la seconda, il che è ovviamente determinate per la maggior parte degli studiosi classici. Le uniche fonti di notizie su una corsa da Maratona ad Atene, ci vengono da due greci del secondo secolo d.C., Luciano, che diede al corridore il nome di Fidippide, e Plutarco che menzionò tutt'altro corridore, il cui nome può continuare a restare anche per noi in una meritata oscurità.

Da "La corsa di maratona" di David E.Martin e Roger W.H.Gynn

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